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Era il tempo della nascita del mondo e dei cieli. Dopo che Lord Ao ebbe creato lo Spazio del Reame, ci fu un periodo di nulla infinito, un regno nebbioso di ombre prima che la luce e le tenebre fossero entità distinte. In mezzo a questo indistinto caos si addentravano 13 signori dell'ombra, gli Shadevari. Nessuno sa se vengono da altrove o se sono figli dell'ombra stessa.

Infine, questa essenza primordiale si fuse in stupende dee gemelle che rappresentavano lo yin e lo yang: erano così affiatate che pensavano di essere un solo essere. Le Dee dalle Due Facce crearono i corpi celesti della sfera di cristallo e insieme vi infusero la vita per creare la Madre Terra, Chauntea. (Sebbene Chauntea abbia da allora contratto la sua essenza per cingere soltanto Albeir Toril, all'inizio essa racchiudeva tutta la materia nello spazio del Reame). Questo nuovo universo era illuminato dalla faccia della dea dai capelli d'argento, che si faceva chiamare Selune, ma era anche ottenebrato dalla chioma accogliente della dea dai capelli corvini, Shar. In esso non v'era né calore né fuoco.

Chauntea supplicò per avere il calore che le consentisse di nutrire la vita e le creature sui pianeti che costituivano il suo corpo e le sue membra e le due sorelle, che erano una sola entità, si divisero, poiché per la prima volta avevano opinioni diverse. L'argentea Selune e la sua bruna sorella litigarono circa il fatto di portare o meno ulteriore vita nei mondi. In seguito a questa grande deflagrazione vennero create dalle rovine della battaglia divina, tra le altre, le dee della guerra, della malattia, delle stragi e della morte. A un certo punto, nel bel mezzo della battaglia, Selune approfittò del proprio vantaggio e attraversò il tempo e lo spazio giungendo nella terra del fuoco eterno. Nonostante il dolore provocato dalle fiamme, che la bruciarono malamente, essa riuscì a spezzare un frammento della fiamma perpetua e appiccò il fuoco a uno dei corpi celesti, che bruciò nel cielo e riscaldò Chauntea.

Irritata, Shar raddoppiò i suoi sforzi contro la gemella ferita e prese a far svanire la luce e il calore in tutta la sfera di cristallo. Ancora una volta Selune si sacrificò e trasse la magica essenza al di fuori del suo corpo, scagliandola disperatamente contro la sorella a difesa della vita nella sfera. Quasi si uccise a causa della ferita spirituale provocata dall'essersi privata di divina energia magica, la quale, tuttavia, si riformò dando vita alla dea della magia, Mystryl, che oggi viene chiamata Mystra. Sebbene Mystryl fosse composta sia da magia di luce che di tenebre, essa all'inizio favorì la sua prima madre Selune, ottenendo per lei la tregua con la più potente, bruna gemella. Consumata nell'amarezza della sconfitta subita, Shar giurò eterna vendetta.

Le dee gemelle lottarono per miliardi di anni man mano che la vita prendeva forma su Toril e sugli altri pianeti sotto lo sguardo attento di Chauntea. Shar continuò a essere potente, ma tristemente sola, mentre Selune sorgeva e tramontava con il potere ben saldo, spesso prendendo forza da sorelle e figli suoi alleati e da altre divinità che la approvavano. Col tempo, Shar divenne forte di nuovo, aiutata dagli shadevari che prediligevano le tenebre alla luce accecante e che si aggiravano nei Regni cercando di fondere luce e tenebre per ottenere di nuovo l'oscuro caos. Il piano di Shar per ricostruire il mondo secondo i propri desideri andò in fumo quando Azuth, il Supremo, un tempo lo stregone mortale più bravo in assoluto e oggi consorte di Mystra (colei che è succeduta carnalmente a Mystryl), trovò il modo di imprigionare gli shadevari in una sfera di cristallo di dimensioni ridotte situata oltre i confini del mondo, creando così l'illusione di un regno di ombre. I Signori dell'Ombra furono costretti a indagare e prima che riuscissero a scoprire il trucco, Azuth imprigionò gli shadevari con la Stella Oscura, una chiave di ombra forgiata da Gond. Il Signore Supremo poi gettò con violenza la chiave nei meandri infiniti del cosmo facendo sì che la vita prosperasse nelle amorevoli mani di Chauntea.

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